Oggi ho il compito di fare la direttrice di un coro, perché è proprio questo Slowstayinitaly, un coro di 30 voci.
Ognuna con il suo timbro e con la sua tonalità contribuisce a creare ciò che siamo, il lavoro più importante è creare l’armonia e proprio a questo è servito il nostro primo meeting.
Avete presente il momento in cui entra il coro?
Non è forse il momento più potente ed emozionante?
Oggi vi racconto com’è stato incontrarci tutte dal vivo dopo 3 anni di lavoro, anzi ve lo faccio raccontare da 3 voci diverse:
Claudia di Luccicamare B&B
ci porta fisicamente in viaggio con lei dalla Sicilia alla Toscana, un viaggio fisico ed emozionante, in una escalation di incontri.
“Mi alzo, leggo, scrivo, penso, bevo un caffè… questo progetto, che mi vede coinvolta come direttivo, mi prende tempo, mi prende energia, ma io sono così, se decido di sì, do’ il massimo. Un giorno di confronti sulla nostra chat, del gruppo direttivo, una chat, bella, ricca, piena, viva, e poi… poi arriva Bruna e scrive “ragazze, se organizzassimo un ritrovo con tutte in Toscana?”…. neanche a dirlo….
È un siiii, un si generale, ma arriva Veronica, che scrive “le toscane le hai già sentite se va bene?”.
Pausa brevissima e poi… il si di Bruna, che conferma il raduno.
Ora tocca solo decidere la data, ma lo facciamo veloci, organizzate, propositive, come siamo noi, allineate, per nulla polemiche, toste, ma accoglienti.
Noi siamo, Veronica, Bruna, Floriana, Anna ed io, insieme a Silvia che ci ha ospitate in Toscana ed Elisabetta.
Lanciamo un sondaggio nel nostro grande gruppo e i si iniziano a fioccare …
L’entusiasmo sale, ma qualcuno è incerto, così lo chiamo, per capire, vorrei che ci fossero tutti.
L’organizzazione è rapida ma leggera, più che altro ci pervade una grande gioia un senso di leggerezza che sappiamo assaporeremo presto, già iniziamo a respirare quella festa.
Mi rattristo per chi non ci sarà, e propongo di organizzarne almeno uno all’ anno con anticipo cosi’ da avere tutti proprio tutti con noi, il tempo passa veloce.
Quando sono in aereo da Catania a Pisa, sono le 8 del mattino, riposo, so che le emozioni saranno forti e mi servirà essere fresca.
Atterrata a Pisa incontro subito le altre due amiche e colleghe siciliane e la sarda.
Poco dopo arrivano le pugliesi, in meno di un ora il sud c’è, eh si perché proveniamo da tutta Italia!!!
Arrivate alla stazione di Empoli, ci aspetta Silvia https://www.poderesanbartolomeo.eu/, un lungo abbraccio, sincero e toscano, e ci siamo, si decolla con le emozioni, da quel momento ho abbandonato il telefono e vissuto la giornata con profonda voglia di essere presente e vivere ogni attimo.
Le ore seguenti, volano, come un razzo supersonico e ci ritroviamo all’aperitivo, rigorosamente aperol spritz, perché io vivo in Sicilia, ma sono veneta, e con le altre venete, diamo il via all’aperitivo arancione.
Le chiacchiere si fanno più intime, aneddoti, confidenze, li’ capisco che ho fatto davvero bene a venire, ci corichiamo stremate.
L’indomani, in direzione Pietra d’Acqua, da Alessandra, delicata, che cammina in punta di piedi, attorno a noi, come a non volerci credere che siamo lì, che siamo vere!
L’atmosfera si scalda di un calore umano potente, che dopo una settimana vibra ancora tra di noi, i saluti sono delicati, con la promessa di rifarlo ancora.
Al prossimo abbraccio, al prossimo sorriso dal vivo, care amiche che avete incrociato la mia vita “
Silvia di Podere San Bartolomeo ci ha ospitato tutte il primo giorno, da padrona di casa ha vissuto l’attesa preparandoci un giardino incantato.
Podere San Bartolomeo non è solo la cartolina più bella della Toscana con tanto di viale con i cipressi, è soprattutto un ricamo che Silvia ha tessuto nel tempo. Sicuramente il “tessuto” di base era già prezioso e tramandato da generazioni che hanno saputo conservare e valorizzare, invece che demolire.
Ma poi è arrivata Silvia che con il suo gusto ha creato la magia. Al nostro arrivo è sembrato di entrare in un altro tempo.
Non troverete un solo pezzo di plastica in tutta la tenuta, tutto sembra provenire da un altra epoca. L’insieme di questa cura che letteralmente circonda ogni cosa, ogni minimo oggetto, ogni angolo è come se creasse un tappeto sonoro, una morbidezza nel respirare nel muoversi.
Tutto è poetico ma credo che ciò che alla fine mi colpisce di più è ciò che non c’è: cioè niente ferisce lo sguardo; per riuscire in questo ci vuole talento e molto lavoro.
Ecco a seguire la sua voce:
“Una volta c’era un tizio che cantava: Tu chiamale se vuoi…emozioni…
Beh, provate a leggere queste due righe dove racconto del primo raduno Slow ascoltando questa canzone…
Ho scritto e riscritto un milione di volte l’inizio di questo articolo, perché niente mi sembrava raccontasse davvero quello che ho provato in questi due giorni di raduno Slow, chiamato dalla mia collega Alessandra (Pietradacqua ndr) anche #ravepartyslow.
Poi mi son detta: “Silvia dai fai parlare il cuore”. Allora ci provo di nuovo.
Tutto è iniziato qualche mese fa quando Bruna (la Gualda Vecchia) scrisse in chat: “e se vi dicessi raduno Slow in Toscana?”. E da lì è stato un fiume in piena di fantasie, organizzazione, emozioni. Era già bello questo, ma il vero bello doveva ancora arrivare.
Ed è arrivato proprio il sabato mattina del primo giorno. È arrivato come uno schiaffo alla ragione.
Ma quante sensazioni contrastanti! Sembrava tutto surreale, ma quando le vedevo aggirarsi al Podere mi sembrava come ci fossero sempre state. Erano lì, ed erano proprio al posto giusto al momento giusto.
Abbiamo mangiato, ci siamo fatte fotografare da Sara https://immagiefotografia.it/chi-sono/ (perché un evento del genere non poteva immortalarlo altri che lei), abbiamo parlato, ci siamo stropicciate in lunghi abbracci, ci siamo guardate negli occhi, ci siamo fatte promesse, abbiamo riso, mamma mia quanto abbiamo riso, abbiamo giocato, ci siamo scambiate regali, ma il regalo più grande è stato esserci, ma non c’eravamo solo noi realmente presenti, c’erano anche le altre che non erano potute venire.
Ma ci pensate a quanto è potente questa rete? Ci fa sentire la presenza anche di chi non c’è.
Siamo state un pomeriggio al Podere, in giardino, nella serretta.
Noemi di Arch Home a Cagliari è stata una custode perfetta per il nostro cibo, ha imbandito una tavola luculliana con tutte le specialità regionali ed ha protetto quella tavola con le unghie e con i denti fino all’ultimo. Che occhiatacce quando provavamo come fanno i bambini, ad allungare la mano per rubare qualcosa!
Cara Daniela, anche io non me ne sarei mai voluta andare, non avrei mai voluto lasciarvi. E credo davvero, che domenica 5 marzo, non vi abbia mai lasciato!”
È indispensabile a questo punto che vi parli anche di Bruna, e di Alessandra che ci hanno ospitato nelle loro strutture.
Da Bruna siamo arrivate la sera tardi e le ragazze pugliesi si sono godute la piazza dell’acqua (sauna e idromassaggio)sotto le stelle!
Io ho realizzato solo la mattina di essere in un luogo d’arte botanica.
La Gualda Vecchia è qualcosa di davvero diverso da ciò che ci si aspetta perché pur essendo immerso nella natura Toscana è tutto molto innovativo. Ti aspetteresti la piscina e invece c’è la più ecologica tinozza svedese.
Dove aspetteresti i cipressi e pini marittimi troverai querce, sughere e lecci. Il giardino emozionale è una scoperta continua che cambia ad ogni stagione. C’è molto studio ma contemporaneamente niente è lezioso.
La gualda è il trionfo delle spontanee, delle graminacee, e dei fiori di campo che hanno la stessa importanza delle rose.
Il giorno dopo siamo arrivate a pietra d’acqua.
Alessandra ha reso gli interni del suo b&b Pietra d’Acqua la naturale prosecuzione del bosco che la circonda creando un continuum tra dentro e fuori che vi farà sentire nella calda casa degli hobbit.
Il suo bosco è un regno bagnato brulicante di vita , terra di fauni
È di umido,
di spore,
di verde che inzuppa la pietra e la scioglie,
che bagna i suoni di ovatta ,
Tonfi di ciotoli sul fango marcio.
Felci tra le pietre,
impronte profonde di zoccoli .
Humus di vita che fu foglia, fu ramo, fu osso.
Su tutto, muschio splendente di rugiada a stondare gli spigoli di pietre antiche.
Ed ecco Veronica de La Celeste Galeria con il suo assolo finale vi saluto dandovi appuntamento al prossimo articolo.
Ho avuto l’occasione di perdermi dentro abbracci di persone che non avevo mai incontrato ma che sentivo profondamente amiche mi sono ritrovata in occhi commossi di chi ha condiviso la sua storia con me. ho stretto mani non per una prima formale conoscenza ma le ho strette come si stringono quelle delle sorelle: complici e salde pronte a trattenere oppure a spingere per raggiungere un traguardo. Ho abbracciato tanto e ho stretto forte!!!
Ho ascoltato le risate di tutte le persone che erano lì e il loro chiacchiericcio confuso, voci che si sovrapponevano a pensieri ed eventi.
Ho riso… ho riso tanto. Ho tolto la maschera che spesso indosso e mi sono mostrata a loro come si fa solo con le persone di cui ti fidi.
La nuova consapevolezza che questo gruppo esiste davvero, oltre le distanze, oltre le diversità ma che ha una serie di obiettivi comuni e la voglia di crescere e investire l’uno sull’altro, senza ipocrisia ne invidia.
Ecco, tutto questo insieme a tutti i reel pubblicati dai
miei colleghi/amici che mi hanno fatto commuovere è ciò che porterò sempre nel cuore e che mi fa già aspettare il prossimo evento Slowstayinitaly.
E poi un doveroso, sincero e profondo “grazie” a tutti i partecipanti che si sono impegnati a venire a questo incontro e un abbraccio a tutte le colleghe che per motivi di lavoro non sono riuscite ad esserci… ci siete mancate, ma vi aspettiamo al prossimo!”